Riabilitazione del pavimento pelvico
Nel periodo che segue il parto, ad una distanza variabile tra i 3 e 9 mesi, è utile fare una valutazione della muscolatura addominale per scoprire se si è creata una diastasi (allontanamento della muscolatura), e del pavimento pelvico per sondare se il tono muscolare è valido come precedentemente al parto.
Che cos’è la Riabilitazione del Pavimento Pelvico?
Il pavimento pelvico è un'area romboidale che si estende dalla sinfisi pubica al coccige, chiudendo in basso la cavità addomino - pelvica, circondando e sostenendo l'uretra, la vescica e la vagina fino all'apparato ano-rettale. Rappresenta di fatto sia la regione chiave della defecazione e della minzione sia quella della sessualità.
Da poco, ad esempio, si è cominciato a dibattere in merito alla prevenzione delle lacerazioni perineali durante il parto e delle conseguenze dell'episiotomia. Solo recentemente ha iniziato a diffondersi una maggiore attenzione, teorica e pratica, nei confronti di prolassi e incontinenza femminile e maschile.
Sono relativamente di nuova concezione i cosiddetti approcci riabilitativi "conservativi", ai quali si riconosce finalmente la giusta dignità e soprattutto efficacia, spesso in grado di integrare o addirittura sostituire i tradizionali interventi di tipo chirurgico o farmacologico.
Le maggiori problematiche femminili riscontrabili sono l’ipertono e l’ipotono, le quali portano a sintomi di incontinenza urinaria/fecale, senso di pesantezza e/o prolasso, e problematiche sessuali.
Nell’uomo invece la riabilitazione del pavimento pelvico viene intrapresa dopo interventi chirurgici prostatici/proctologici, per rinforzare la muscolatura lesa ed evitare incontinenza.